«Immagini di vedere la meschina e fortunata Elisabetta in una cellina che le è tanto cara e che è il suo santuario, fatto solo per Gesù e per me, e indovinerà facilmente le ore felici che passo col mio Diletto
   Come sarebbero vuote le nostre celle ed i chiostri se non li riempisse Lui! Ma noi Lo vediamo attraverso tutto, perché Lo portiamo in noi e la nostra vita è un paradiso anticipato.
   La cella è qualcosa di sacro! Rievoco, madre Badessa, la sua giusta espressione; è un intimo santuario destinato a Lui e alla sua sposa; e vi stiamo così bene tutti e due!
   Vorrei che tutto il mio essere tacesse e in me tutto ado­rasse, e così penetrare ognor più in Lui ed esserne così piena da poterlo dare a quelle povere anime che non conoscono il dono di Dio! Che io me ne stia sempre sotto la grande visione di Dio…»    (Positio pagg. 29-30)